PREFAZIONE (di Matteo Fraschini)
La complessità del mondo dell’architettura contemporanea riporta spesso l’attenzione a mondi e ambiti culturali altri che spesso individuano una nuova relazione col mondo del progetto. in particolare appare importante, in questa sede, mettere in evidenza un percorso specifico, che informa e definisce il progetto inteso come procedimento.
In quest’ ottica il “mondo dell’ispirazione” appare sempre più vario e i suoi riferimenti attingono a contesti culturali molto differenti. È bensì importante tentare di capire in che modo un procedimento progettuale riesca a rendere concreto, costruibile, una suggestione.
In questa sede preme sottolineare lo sforzo di astrazione necessaria per passare da quella che genericamente si può chiamare “suggestione” ad un livello maturo – digerito – che possa portare all’architettura o quantomeno impostare le fondamenta di un processo logico.
La relazione, e quindi lo sforzo conseguente che viene messo in campo nel cercare la corrispondenza tra disegno e progetto richiamano con forza, ancora una volta, la nostra attenzione. Essa è in primo luogo un processo mentale e non puramente manuale/sensoriale di sintesi e associazione, lettura e interpretazione che rende leggibile e comunicabile un concetto astratto ed il procedimento usato per raggiungere tale esito.
In questo modo il tema della copertura di grandi strutture ha una doppia valenza: in primo luogo per il suo carattere di Landmark, immagine rappresentativa e poi per la relazione con una necessità strutturale che non può essere celata e che pone il problema di come essere messa in scena.
Vengono perciò proposti alcuni interventi, anche di differente natura, che vogliono portare un contributo, uno stimolo, e una riflessione su questo mondo articolato.

Il primo intervento tratta di un’opera realizzata, la PANYADEN SCHOOL degli architetti olandesi 24H architecture in Tailandia.
Pur essendo un opera di non eccessive dimensioni appare particolarmente emblematica la chiarezza con cui viene raggiunta una sintesi tra forma ed elementi costruttivi, in questo caso naturali interpretando il tema della sostenibilità in modo non banale. Le strutture ad aste di bamboo, rettilinee, dialogano in modo interessante e stimolante con la composizione della copertura e d’insieme. L’idea della foglia come motivo ispiratore viene evocata e reinterpretata in modo assolutamente personale ponendosi come inizio di un percorso indipendente che nel suo esito ne manifesta l’origine.

L’articolazione formale coniugata con una semplicità costruttiva che è anche logica mentale fanno, a mio avviso, di quest’opera uno stimolo particolare che si attesta su un un campo che vale la pena di indagare e discutere.

Viene di seguito proposto un estratto di un lavoro di tesi. Esso, partendo dalle Olimpiadi come pretesto per segnare un significativo momento nello sviluppo urbano, compara in questa sede alcune architetture che hanno caratterizzato i giochi olimpici mettendole in relazione con quelli, ormai prossimi di Londra. Lo stimolo a questo breve approfondimento è venuto dal semplice ricordo di come un architettura sia riuscita non soltanto a caratterizzare un evento ma anche sia diventata una sorta di riferimento nel panorama architettonico che ancora oggi stenta a trovare concorrenza: penso a Frei Otto e al parco olimpico di Monaco. Essa è stata presa a simbolo di un architettura realmente sperimentale nel suo concepirsi e nel suo costruirsi.
Quasi come “scommessa” si è voluto vedere se come allora le olimpiadi a noi più vicine siano specchio di uno stato dell’arte. Pur nella brevità della trattazione sono emersi differenti elementi di riflessione che in un certo modo ci testimoniano radicali cambiamenti sul modo di concepire e di comunicare l’architettura. I paragoni fatti sono quelli di Pechino e i nuovi progetti per Londra. A Pechino, se si volesse cercare un denominatore comune forse lo si troverebbe nell’utilizzo del computer (paramentrico) per definire e sviluppare due strutture dalla fortissima caratterizzazione formale; in questo senso pare significativo il modo cin cui il software, ovviamente comandato dalla mente umana, abbia saputo gestire contemporaneamente una volontà di forma e di immagine con una necessità strutturale. Quattro anni più tardi, a Londra, i paradigmi e i motivi ispiratori sono ben differenti legando l’intero evento a un più pragmatico concetto di sostenibilità intesa come possibilità di riuso adattamento in condizioni di normalità di strutture difficilmente riciclabili.
Va comunque sottolineato un differente approccio, in particolare nell’acquatic center di Zaha Hadid, nei confronti della relazione tra volontà formale e contenuti strutturali, qui completamente nascosti e “piegati” alle esigenze compositive.
Il terzo saggio, più lungo e approfondito, tenta una lettura della poetica e dell’opera di Daniel Liebeskind
da un punto di vista particolare: la Musica. Numerosi sono i riferimenti che l’architetto ha cercato in questo campo: schizzi, disegni, tavole e progetti. Se, come detto, il “mondo dell’ispirazione” nell’attualità trova molte delle sue suggestioni in ambiti differenti è parso stimolante poter “sfruttare” una conoscenza tecnica della materia per provare a verificare come questi concetti “musicali” abbiamo trovato un corrispondente formale. Da qui si è cercato di isolare alcuni termini – categorie musicali- come ritmo, fuga, contrappunto e vedere in che modo questi potessero essere traslati, reinterpretati in chiave architettonica. L’attenzione si è perciò rivolta a due obiettivi particolari: il primo come detto riguarda il mondo dell’ispirazione, e il secondo, forse più importante, riguarda l’approccio e il metodo. Ci è parso interessante in questa sede verificare in che modo i canoni di un mondo così vicino, ma anche così distante abbia saputo istruire il procedimento logico alla base del progetto.

m.f.

 

MONACO
INNOVAZIONE E CONTINUITA’

Il parco Olimpico di Monaco è stato disegnato e progettato da un team composto principalmente dagli architetti Behnisch e Frei Otto sviluppando una nuova ed originale tensostruttura. Il tetto consiste in un numero di parti, stadio, sports hall e la piscina olimpica, ma dal piano terra si percepisce e appare come una continuità di elementi. Nel 1972 i visitatori della piscina si scontrarono con uno spazio incluso in un lucente soffitto inondato di luce. In ordine di realizzazione la membrana è composta dalla base al vertice da una membrana anti umidità, trasparente che gestisce le escursioni termiche (14 cm di fogli di PVC) e uno strato di tenuta in PVC rivestito in poliestere. Il Sole passando attraverso la membrana sospesa del tetto e lo stato superiore in vetro acrilico genere delle alte temperature impreviste superiori ai 100°C che non permettono alla struttura progettata di resistere adeguatamente. Per questi motivi è stato pensato un restauro negli ultimi anni sostituendo i materiali danneggiati dai forti calori. La membrana sospesa compre una superficie di 8250 m2 ed era originariamente composta da 17 elementi suddivisi in diverse forme da 80m2 a 950 m2. I cavi di collegamento sono sospesi da 218 livelli a trifoglio ognuno dei quali sostenuto da 4 elementi e da barre con molle di acciaio. Uno dei due apici è supportato da un pilastro maestro interno mentre il secondo viene sorretto all’esterno da una torre. La membrana è assicurata alla struttura tramite cavi di tensione che fanno parte di una rete di cavi complessa. Le luci sono collegate tramite delle aste orizzontali connesse longitudinalmente dai dei ponti sospesi a 16 metri dal piano calpestabile.

 

PECHINO BIRD’S NEST
INVOLUCRO

Il National Stadium è situato al centro del complesso olimpico di Pechino. Uno dei principali concetti è l’idea che il progresso di quest’area possa relazionarsi con il futuro dell’edifico rendendolo funzionale e un nuovo punto di attrazione per la futura vita urbana del sito. “Lo stadio sembra un groviglio gigante di forme come una nave dal margine ondulato che prende la salita seguendo le rampe per gli spettatori all’interno”.
Da l’ontano l’edificio ha una geometria netta e razionale creata dalla configurazione di linee che risalgono dal terreno per andare a separare in enormi componenti isolati. Gli elementi rappresentano una boscaglia caotica che si divincola tra piattaforme e scale come una foresta artificiale. In questo spazio piramidale le persone fruiscono insieme nei bar e nei ristornati negli hotel e nei negozi tramite piattaforme dagli accessi orizzontali, incrociati e diagonali. Questi spazi suddividono l’interno dello stadio creando strutture di sostegno con elementi decorativi tutt’assieme. Si viene a creare una relazione tra interno ed esterno nello stesso tempo in un autonomo sito urbano. Questo progetto permette di creare un nuovo modo di concepire lo spazio urbano dove interno ed esterno vanno a relazionarsi attraverso un guscio penetrabile, questo è anche possibile attraverso la popolazione Cinese che vive molto lo spazio di relazione e le zone urbane di comunicazione.
La geometria dei plinti emerge in un unico elemento come una albero con le sue radici, i percorsi pedonali e le vie d’accesso sono un estensione della struttura dello stadio. Le aree di passaggio in relazione con lo stadio creano delle zone urbane interessanti come giardini, piazze e piccole zone verdi con paesaggi collinari. I particolare effetti dello stadio sono elementi nuovi e radicali, l’apparenza è pura struttura, facciata e struttura sono la stessa cosa e coesisto in uno stesso spazio. Gli elementi puntuali della struttura si supportano tra loro e sono integrate con il tetto stesso. Per rendere il tetto impermeabile lo spazio dello copertura è rivestito da una membrana traslucida che copre la zona degli spalti. Per facilitare la ventilazione i ristornati e i negozi sono delle unità indipendenti 88
questo è possibile perché non esiste una facciata solida ma un guscio e gli elementi interni posso relazionarsi tra di loro sfruttando lo spazio. La ventilazione interna dello stadio è naturale ed è uno dei principali aspetti di uno stadio sostenibile moderno.

 

WATER CUBE
GEOMETRIA PARAMETRICA

Il National Aquatic Centre “The Water Cube” è il risultato di una collaborazione tra PTW architects, Arup and CCDI. L’idea principale per le scatole a bolla è quella di ottenere energia solare il più possibile e usarla per il riscaldamento delle piscine e la luce artificiale degli spazi interni. Questa “casa di vetro ecologica” salva il 30% dell’energia pulita e il 50% di quella artificiale, l’energia salvata è equivalente alla costruzione dell’edificio con pannelli solari. Oltretutto l’edificio provvede a migliorare la qualità naturale della luce interne e creano un esperienza fisica davvero affascinante. I centri notatori sono per prerogativa luoghi molto rumorosi dove le grida dei bambini e il vociferare vengono amplificati da una rigida superficie orizzontale. La “casa di vetro ecologica” esaspera questo aspetto creando dei cuscini trasparenti che mitigano i rumori come se la piscina si trovasse in luogo aperto. La struttura è basata su una soluzione matematica tridimensionale, la geometria si basa su un’unica struttura mai stata utilizzata precedentemente. L’edificio non è una scatola alla quale viene applicato un pattern ma una scatola vuota teoricamente perfetta e ripetibile basata sull’idea delle bolle d’acqua. La struttura modulare presenta 22.000 travi e 12.000 nodi ed è stata completamente disegnata e modellata attraverso uno studio virtuale 3D. È stato progettato un software specifico parametrico, che si basa sullo studio dei voronoi, in grado di generare autonomamente la geometria dell’edificio, analizzando le strutture e traferendole su un modello CAD generando poi la costruzione di tutto il disegno complesso.

 

VORONOI

In matematica, un diagramma di Voronoi (dal nome di Georgii Voronoi), anche detto tassellatura di Voronoi, è un particolare tipo di decomposizione di uno spazio metrico determinata dalle distanze rispetto ad un determinato insieme discreto di elementi dello spazio (ad esempio, un insieme finito di punti). Nel caso più semplice e comune, quello del piano, dato un insieme finito di punti S, il diagramma di Voronoi per S è la partizione del piano che associa una regione V(p) ad ogni punto p \in S in modo tale che tutti i punti di V(p) siano più vicini a p che ad ogni altro punto in S.
Il progetto finale soddisfa le richieste su più livelli: è uno splendido edificio, una poetica espressione tra bolle ed acqua, una manifestazione concreta di una teoria matematica astratta in grado di relazionarsi perfettamente con il contesto e con L’Olympic stadium ma soprattutto è uno degli edifici sostenibili più efficienti realizzati.

 

La Panyaden school ha incaricato di progettare l’edificio scolastico “environmentally friendly” in un ambiente lussureggiante, già occupato da un frutteto dove le più alte montagne della Tailandia incontrano le piane risaie il gruppo olandese 24h>architecture
Dislocata nella parte meridionale della città di Chiang Mai, questo complesso di circa 5000 mq è formato da un “informal arrangament” di padiglioni organizzati lungo un profilo ispirato ad una particolare foglia di felce.
Questa suggestione ha informato organicamente le fasi progettuali sottolineando l’idea fondante di creare edifici legati agli elementi della terra e forme che sono odi alla bellezza della natura.
Ci sono due principali tipi di edifici: Il padiglione per le aule che ha muratura portante in terra pressata che dividono l’edificio in tre sale omologhe. I muri perimetrali sono fatti in terra cruda. I telai dei serramenti sono di legno locale riciclato, bottiglie di plastica portano luce naturale all’interno delle classi. Armadi e scaffali sono integrati nelle murature di terra cruda che definiscono il blocco dei sanitari. Il profilo curvo del tetto con struttura portante in bamboo rispecchia le montagne all’orizzonte.
La tipologia a “sala” è utilizzata per le funzioni comuni come l’aula assemblee e la cantina. Fasci di bamboo raggiungono e sorreggono la copertura, dello stesso materiale partendo da fondazioni in pietra e dando la sensazione di camminare all’interno di una meravigliosa foresta.
Le altre sale, progettate e create da progettisti locali assomigliano a uccelli o foglie – elementi comuni nella natura e nella vita tailandese (come gli ombrelli di carta fatti a Chiang Mai)
L’intero complesso è stato costruito con terra e legnami locali trattati in modo naturale per resistere agli agenti atmosferici.
Il complesso scolastico comprende campi per la coltivazione di vegetali e riso. Un sistema di riciclo dell’acqua e dei rifiuti organici produce fertilizzanti naturali e biogas per cucinare.
Panyaden è una struttura privata bilingue con approccio Buddista che accoglierà 375 studenti di cui il 10-20% locale sostenuto da borse di studio.

Specifiche:
Architect : 24H > architecture
Hoflaan 132 3062 JM Rotterdam T +31 10 4 111 000
M info@24h.eu W www.24h.eu
design: Maartje Lammers, Boris Zeisser with: Olav Bruin, Andrew Duff
Local design team: Chiangmai Life Construction
Design: Markus Roselieb Decha Tiengkate
Client: Mrs. Yodphet Sudsawad Projectleader & management Chiangmai Life Construction Markus Roselieb & Decha Tiengkate
Programm: Kindergarten and Grade school Planning
Design: 2010 Construction: May 2010- April 2011


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