Inteso nella sua funzione di servizio alla comunità, lo spazio pubblico possiede oggi un compito operativo e strutturale: quello di essere foriero di uno sviluppo alternativo non solo per la città ma anche per la società. L’architettura a cui ci si vuole riferire possiede una riconoscibile spinta operativa, divenendo espressione di un’ideologia comunitaria e multipolare proprio avendo assunto lo spazio pubblico come strumento paradigmatico del riscatto civile.
Dai primi anni del 2000, i CEU (Centri unificati di educazione), degli architetti A. Delijaicov, A. Takiya, W. Ariza, R. D. Rizk a San Paolo in Brasile, attraverso l’edificazione e la diffusione della scuola pubblica svolgono un importante ruolo nella formazione della coscienza civica degli abitanti favorendo, attraverso la sua funzione polarizzante, la creazione di comunità consolidate.
Un’esperienza simile a quella dei CEU è stata proposta, e si sta realizzando, nelle periferie di Caracas in Venezuela, attraverso il progetto CAMEBA. Le due opere che vengono segnalate, il centro ricreativo per il barrio San Miguel de la Vega (1998-2000) e il Gymnasium Vertical (2001-2004) degli architetti Mateo e Matias Pintò, rientrano programmaticamente all’interno del piano di recupero per le periferie cittadine.
Il ruolo che tali edifici svolgono all’interno della città è quello di costituire, attraverso rigenerati sistemi di servizi, le dorsali su cui delineare alternativi programmi di sviluppo e pianificazione. Si ritiene che il Latinoamerica sia un contesto privilegiato dove operi ancora un’architettura capace di farsi promotrice di progresso sociale, combinando sperimentazione progettuale e impegnata vocazione civile. Inoltre, al fondamentale riconoscimento ideologico di una pianificazione programmata e centralizzata si unisce l’esito compositivo, e più propriamente figurativo, capace di esprime l’istanza di una nuova monumentalità, in cui le realtà urbane emarginate possano trovare una adeguata rappresentazione.
La progettazione dello spazio pubblico diviene ancora elemento distintivo nell’avveduta pianificazione della residenza popolare. Anche Walter Benjamin, descrivendo Napoli (1925) in Immagini di città (1963, Giulio Einaudi editori, Torino, 2007), si sofferma con insistente enfasi nella descrizione dei viottoli partenopei. La strada è parte integrante e costituente delle povere case dove la presenza persino degli arredi sottolinea la mancanza di un confine distinto tra pubblico e privato.
Rispetto a tale tematica sembra necessario citare almeno l’architetto venezuelno Fruto Vivas (Arbol para vivir (1990) a Lecheria; Barrio Los Erasos (1991) a Caracas) e l’architetto cileno Alejandro Aravena per le numerose realizzazioni della società Elemental S.A.
Per concludere queste considerazioni, si vuole sottolineare come lo spazio pubblico costituisca, proprio nel suo valore di strumento operante nella costruzione dell’identità collettiva, l’elemento promotore per l’ottenimento di un ruolo civile oltre che pedagogico nell’edificazione reale della società come della città. MORE