è in libreria Sud Milano, a cura di Francesca Floridia, edito da Il Poligrafo.

 

(…) e da Turbigh e Boffalora poeu / fina al bass de Pavia… /acqua… acqua…

in émaos te lassi… / acqua… acqua… / de Biegrass a Gaggian… / de Corsech a Ronchett… (…)

Tessa, poeta dialettale milanese.

Ortofoto Viboldrone

Si rinnova l’attenzione sul territorio del sud Milano. E sul suo paesaggio. Oggi ovviamente inquadrati nella mutazione urbana che si eleva alla scala metropolitana nel contesto della nuova realtà politico istituzionale delle città metropolitane che sostituiscono le provincie.

I problemi strutturali: energia, idraulica, infrastrutture, rifiuti, qualità della vita o welfare.

I più urgenti di essi, sono il cuore del libro: l’agricoltura e l’acqua. E per quanto riguarda l’architettura nel dare il corpo alla città un corpo colto, sapiente della storia, e un corpo attuale sapiente della tecnica (e della crescita), in un paesaggio segnato dalla vocazione agricola per via delle acque che sgorgano di fontanili della falda alpina, oltre che dai corsi d’acqua, naturali e artificiali che più o meno regolati dalla mano degli uomini lo solcano qualificando il paesaggio. Magistralmente restituito dalla fotografia di Topuntoli.

Ma, trattandosi di un architetto, che insegna al Politecnico come discendente di una scuola blasonata, il libro è motivato da un progetto. Non un progetto pianificato e descritto, ma solo qualificato dall’intelligenza del cuore. Che viene dal modo di dirigere l’attenzione attraverso i capitoli ai temi.

Un progetto di attenzioni ai tratti identificatori che esigono cura anche mentre la città, per crescere li azzera. Allora occorre scegliere secondo strategie come esporne il culto, preservando l’antico nella coesistenza col nuovo. E creare regole di coesistenza mentre si avanza.

La Redazione

Parco agricolo sud Milano

Abbazia di Viboldone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL TEMPO E LE OPERE, saggi e ricerche di architettura.

collana diretta da Daniele Vitale.

L’architettura ha da sempre due dimensioni: quella dello scenario costruito che l’uomo predispone e trasforma nel volgere del tempo, e quella dei pensieri e delle immaginazioni che la incontrano e alimentano.

Si è detto che l’architettura è opera umana per eccellenza; sistema complesso di oggetti e relazioni; concrezione materiale poderosa che avvolge e condiziona la vita. Ma da sempre essa ha un fondamento speculativo e intellettuale autonomo. Oltre che nelle figure e nei disegni, vive nelle catene di parole e di pensieri che la accompagnano.

Sta dunque anche e per una parte importante nei libri. I libri hanno al pari delle opere costruite una storia e formano un paesaggio con una organizzazione e dei capisaldi. Tra libri scritti e da scrivere vi sono legami forti, così che s’inseguono in una trama di corrispondenze e di rimandi.

Una collana è un arco di libri che aspirano a un’intenzione e a un disegno.

È bene che essa si riferisca alla ricchezza di culture di paesi diversi. I testi di questa collana vogliono costruire conoscenze e alimentare riflessioni; promuovere la ricerca e il confronto; interferire con l’esperienza del progetto; contribuire a riportare l’architettura alla sua antica dignità.

comitato scientifico: Jean-Louis Cohen (Parigi), Carolina Di Biase (Milano), Jacques Gubler (Basilea), Juan José Lahuerta (Barcellona), Jacques Lucan (Parigi), Eleonora Mantese (Venezia), Carlos Martí Arís (Barcellona), Luca Ortelli (Losanna), Boris Podrecca (Vienna), Bruno Reichlin (Parigi)


Save pagePDF pageEmail pagePrint page
SE HAI APPREZZATO QUESTO ARTICOLO CONDIVIDILO CON LA TUA RETE DI CONTATTI