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Concept architettonico

Su Marte, la nostra città avrà le funzioni di una foresta, in grado di usare le risorse locali per permettere lo sviluppo di una comunità. Il progetto della foresta rappresenta simbolicamente la potenziale crescita su Marte e l’eventuale possibilità di terraformare (terraformare; v. tr. conformare alle condizioni di vita sulla Terra, neologismi Treccani, 2008) la sua superficie, processo che farebbe emergere un vero e proprio mondo abitabile, con oceani, pioggia, laghi – e vita.

La nostra città si colloca in una depressione circolare, all’interno della quale creeremo un habitat rigoglioso, verde e ricco di acqua in grado di ospitare 10.000 persone.

La principale rete di trasporti sarà costituita da un sistema di connessioni sotterranee che prende come modello i rizomi (rizomi; s. m. fusto perenne, prostrato e per lo più sotterraneo, proprio di piante erbacee di climi con netta stagionalità, Treccani ) presenti nelle specie arboree. Mimando la struttura degli alberi, l’habitat creato si sviluppa sia sopra sia sotto terra.

Gli spazi pubblici si trovano a livello del terreno, racchiusi in strutture che filtrano la luce diurna consentendole di raggiungere gli spazi interrati. All’interno del sistema di ramificazioni, i residenti potranno beneficiare di spazi privati, protetti da radiazioni cosmiche, impatti con micro-meteore e variazioni termiche eccessive. Il sistema di connessioni ramificate si integrerà con i macchinari che processano, immagazzinano e distribuiscono le risorse indispensabili per la vita.

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Utilizzo delle risorse in situ e analisi strutturale

Il nostro habitat si focalizza sul riciclo e il riuso delle risorse reperibili in situ, in particolare sull’acqua.
Il progetto prevede l’utilizzo di 580.000 metri cubi di regolite ( regolite, s. f. materiale incoerente, consistente di pietre e polvere, che forma il suolo lunare, Treccani ndr.) estratta per permettere la costruzione del sistema ramificato. Questo sistema capillare permette di ricavare 46.000 tonnellate di acqua che fluiscono – per mezzo di membrane trasparenti- verso l’esterno della cupola, permeabile dai raggi solari ma dotata di una schermatura contro le radiazioni nocive.

L’acqua, linfa vitale di ogni habitat Redwood Forest, scorrerà attraverso cisterne balneabili, incantevoli fontane, placidi canali, vasche d’acqua attraversabili a nuoto, fattorie idroponiche e laghi, inseriti all’interno dell’ambiente pressurizzato. In seguito la regolite subirà un secondo processo di lavorazione attraverso il quale saranno estratte altre risorse utili al campo dell’industria e della costruzione.

La struttura marziana sarà un ecosistema chiuso in grado di consentire la vita, con una pressione interna di 6.9 x 10^4 to 10.3 x 10^4 Pa. La struttura ad albero e i suoi rami sono stati definiti attraverso un processo di ottimizzazione formale, il Metodo di Densità delle Forze – Force Density Method, e strutturalmente verificate con un’analisi di elementi finiti – Finite Element Analysis che tiene in considerazione la pressurizzazione interna, la gravità ridotta e il peso della copertura anti-radiazioni come carichi principali.

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Il mix energetico della nostra città dovrebbe essere il risultato di un’integrazione tra l’energia fornita dal Sole e l’energia proveniente da fonti artificiali, come piccole centrali elettriche nucleari ( ad esempio basate su una tecnologia a tubo di calore – heath pipe technology che possa essere estesa fino ad un range di potenza di un megawatt, al momento per lo meno ipoteticamente).

Come primo passo verso il lungo processo che consentirebbe di rendere Marte un pianeta abitabile, stiamo progettando un habitat che possa soddisfare le necessità della società marziana a tutte le scale. Redwood Forest favorirà lo sviluppo e il mantenimento di un forte senso comunitario che è un fattore fondamentale per assicurare una struttura sociale – non solo un habitat – che possa durare nel tempo.

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Possibili applicazioni sulla Terra
  1. Rete di tunnel sotterranei su più livelli, che consentono il passaggio di veicoli elettrici che diminuirebbero la congestione del traffico nelle grandi aree metropolitane.
  2. Habitat adatto a favorire la presenza umana in zone fino ad ora invivibili sulla terra ( circolo artico, altipiani, vulcani, deserti, canali di lava.
  3. Analisi di Esplorazione Spaziale sulla Terra (come le Analisi di Esplorazione e Simulazione Spaziale delle Hawaii – HISEAS)
  4. Laboratori oceanici sotterranei (come l’habitat Aquarious nelle Isole Keys, Florida)
  5. Coltivazione idroponica nel sottosuolo dei grandi centri urbanizzati. Questo sopperirebbe allamancanza di terreni disponibili per la coltivazione e ridurrebbe il trasporto di frutta/verdura fresca all’interno delle città.

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Tavola di concorso

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Team: Valentina Sumini, George Lordos, Meghan Maupin,

Sam Wald, Alpha Arsano, Matthew Moraguez, Mark Tam,

Alejandro Trujillo, John Stillman, Zoe Lallas and Prof. Caitlin Mueller

traduzione di Annalisa Di Carlo


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