Con questo repertorio di schizzi, disegni, fotografie di opere costruite, abbiamo cercato di “documentare”, l’attenzione dei giovani allievi architetti, che frequentarono a Roma nei i fatidici anni ’60, all’aspetto figurativo dell’architettura di Louis Khan. L’elaborazione che fecero dei caratteri architettonici dell’autore americano, evidenzia il momento più esplicitamente internazionale, e contemporaneamente, di adesione alla “modernità”. Allo spirito del tempo.
In questa chiave andrebbe approfondito lo studio del rapporto tra gli anni ‘50 ed anni ’60. Nel dopo-guaera cambiò radicalmente il modo di sentire e pensare all’esistenza. E l’arte ne prese atto.
Il continente indiano , di recente decolonizzato, ne fu esempio specifico. Insieme alla guerra fredda la decolonizzazione rappresentò un indice esemplare del cambiamento.
Come abbiamo già notato, di Kahn, è stato colto l’aspetto figurativo. Forse non adeguatamente sottolineata l’ appartenenza al brutalismo, in modo antilecorbusieriano. Alla quale è sinergico il concetto di monumento come principio di semiologia architettonica di un segno non verbale , ed il riferimento all’architettura romana, a villa Adriana in particolare, come indice di una direzione di ricerca non neoplastica (in sintonia con il mood neogreco del passato). L’azione decostruttiva, si attua su di un ben diverso materiale. Non più materiali trasparenti ed in generale lucidi, invece materiali a grana grossa sotto la luce, i quali valorizzano il contrasto di buchi a forma semplice su grandi superfici scabrose in cui prevale il contrasto con il buio delle ombre. Varrebbe la pena di approfondire tali caratteri architettonici nei confronti dell’impatto sul paesaggio, quindi la reazione con il suolo, dell’elevazione , che sia terra, acqua o altro.
In tale temperie, si forma il discrimine artistico tra prima e seconda modernità, nel quale Kahn gioca un ruolo di protagonista, uno dei pochi nel contrastare Mies, Hilberseimer, il Bauhaus ed i CIAM di Le Corbusier. La sintonia dei giovani romani con Louis Kahn dimostra una lucidità di giudizio.
In un certo senso, quello che emerge dalla testimonianza di Rassegna è che quel decennio fu un momento di attiva partecipazione della scuola romana al dibattito internazionale in cui si affermò un mutamento radicale nel modo di sentire e di giudicare la modernità.
Da questo punto di vista il monumentalismo si trovò in sintonia con la comunicazione di una identità nuova delle popolazioni decolonizzate, alle quali istituzioni nuove conferivano dignità di cittadini. Sappiamo che non basta a riscattare la miseria. Purtuttavia occorre anche a lei. Bisogna ripensarci.
In conclusione la sintonia con l’architettura romana antica, determina una simpateticità con gli architetti romani testimoniata dal più geniale, Luigi Moretti. Non è stato certo Kahniano. Ma ha militato, come l’americano contro il purismo manierista di international style.
Noto qui il comune interesse tra due autori così lontani, per l’architettura romana antica . Di conseguenza l’a naturale attenzione al barocco, che fu , di quella architettura emulo in piena autonomia.
In proposito penso alle ricerche sinergiche di Wittkower. Non tanto agli scritti sul rinascimento. M agli studi successivi sull’architettura italiana tra seicento e settecento. Cioè agli studi sulla composizione complessa, per sezioni orizzontali sovrapposte in verticale caratteristiche dell’architettura di Borromini e Guarini. Le quali esemplificano tecniche compositive da cui i futuristi trarranno ispirazione. Questa temperie romana nella congiunzione metatemporale tra antichità e barocco, e con la seconda modernità, meriterebbe uno studio in chiave moderna. Come L. Kahn, Moretti ne è indiscusso autore. Per di più gli studi che fece, lo portarono ad intuire la potenzialità in architettura degli algoritmi parametrici, oggi divenuti strumenti digitali per la progettazione architettonica, allora impiegati attraverso formule matematiche messe a punto nei dipartimenti universitari di matematica.


Save pagePDF pageEmail pagePrint page
SE HAI APPREZZATO QUESTO ARTICOLO CONDIVIDILO CON LA TUA RETE DI CONTATTI