Il testo restituisce riflessioni teoriche e strumenti elaborati all’interno di un percorso di ricerca dottorale che indaga il potenziale disciplinare dellInterior Design applicato agli Interni Urbani. A partire dall’osservazione di un cambio di habitus (anche connesso ad una serie di condizioni di base di recente modificazione: i.e. cultura globalizzata e massiccio uso delle ICT, nuovi tessuti relazionali, mixité sociale, forma e qualità dell’urbanizzazione), l’ipotesi di fondo è che siano osservabili comportamenti emergenti nell’uso e, ancora prima, nella concezione dello spazio; e dello spazio pubblico in particolare. Comportamenti che, se criticamente osservati e parametrizzati, possono fungere da importanti indicatori per la cultura del progetto.

Il designer è chiamato a rispondere a questa domanda di spazi plausibili, nei quail le “attrezzature” dello spazio possano agire ed essere agite, per assecondare i bisogni relazionali dei fruitori; un’attenta analisi fenomenologica di progetti esistenti sostiene questo scenario in cui il progettista è chiamato a immaginare e configurare spazi-processo, che si pongono alla stregua di script ambientali aperti, eseguibili nell’interazione creativa (fisica e di senso) con i fruitori.