C’è poca discussione oggi all’interno dell’università. Ce n’è poca anche all’interno del Politecnico e della Scuola di architettura civile. Poca discussione significa mancanza di elaborazione collettiva e di consapevolezza di ciò che sta accadendo, e dunque scarsa capacità di reazione. È grave perché stiamo vivendo un momento di involuzione politica, che nella scuola e nell’università si manifesta con caratteri specifici. Non disporre di un’analisi di parte significa non potersi dare una prospettiva e non potere costruire un’opposizione al corso degli eventi.

Propongo delle note personali, che non nascono da intenti polemici, ma muovono dal desiderio di riaccendere il confronto. Il loro limite è la solitudine in cui sono state pensate e l’assenza di coralità. L’auspicio è che la discussione rinasca e coinvolga docenti di generazioni diverse, e insieme a loro studenti e dottorandi. Lo scritto intercala temi e piani diversi, particolari e generali, sulle singole scuole e sull’università italiana.

 

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