La diffusione indifferenziata e acritica dei prodotti culturali consentita dagli attuali mezzi di comunicazione di massa comporta un eclettismo linguistico nel quale è difficile non perdersi.
L’architetto contemporaneo ha pertanto la necessità di individuare la propria posizione nel contesto globalizzato in cui si trova a operare. Attraverso l’interrogazione sui fondamenti disciplinari è possibile la consapevolezza necessaria ad apportare un contributo valido alla disciplina. Non si tratta di prendere una posizione fissa e dogmatica, rinunciando alla ricerca, ma di gettare le basi per una riflessione che accompagnerà l’attività futura, conoscendo mutamenti e arricchimenti progressivi.

Ai giovani architetti si chiede pertanto di pronunciare una dichiarazione di intenti, che riguardi il loro futuro nella professione e nella ricerca.

Alla base della Call for papers si trovano tre testi.

Appunti di critica dell’architettura per un manifesto a tesi
Il primo è un esperimento di scrittura redatto da cinque giovani architetti (Marta Burrai, Giada Domenici, Giovanni Pernazza, Alessandra Tenchini, Pietro Zampetti) con la finalità di dare una definizione della disciplina architettonica e individuare alcuni punti in comune fra le diverse opinioni.
L’architettura è stata definita come disciplina umanistica, attività critica, forma d’arte. A queste definizioni sono seguite alcune considerazioni su diversi temi ritenuti fondamentali per capire la disciplina nella contemporaneità: quali siano le regole della disciplina e quali le possibili infrazioni, il problema del divario fra immagine dell’architettura e architettura costruita, il rapporto fra disegno, rappresentazione e comunicazione, quale ruolo sociale possa avere oggi l’architetto.
La speculazione teorica è stata tradotta in un duplice registro contemporaneamente verbale e grafico. L’esperienza si è articolata in una serie di passaggi: sono stati elaborati cinque contributi autonomi con definizioni sulla disciplina e indicazioni degli argomenti fondamentali per la stessa, successivamente integrati per dare luogo ad un testo costituito da frasi assertive in forma di slogan.
Nello stesso tempo sono stati realizzati con tecniche diverse cinque disegni di invenzione che sono poi stati giustapposti e fusi in una composizione collettiva.

Per leggere il manifesto: Appunti di critica dell’architettura per un manifesto a tesi

Ipotesi di uno scenario al futuro
In risposta al primo contributo, l’architetto Lorena Antea Caruana ha inteso definire alcuni spunti critici di riflessione in forma discorsiva.
Pone l’accento sul rapporto tra architettura e storia, tra storia e luogo. Affronta il problema dell’etica nell’architettura e delle istanze della società contemporanea verso l’architettura stessa.
Individua le discipline che interagiscono attivamente con l’architettura come la sociologia e l’antropologia. Affronta il problema del rapporto tra postulati storici dell’architettura e tempo in cui opera e realtà locali.

Per leggere il manifesto: Ipotesi di uno scenario al futuro

Architettura: necessaria o illegittima
Il professore Ernesto d’Alfonso affronta il tema della legittimazione dell’architettura, richiamandosi a un contributo del professore Franco Purini pubblicato nel 1997 su Arc n°2. Purini ipotizza la delegittimazione della disciplina in un contesto caratterizzato da fenomeni quali la fine delle ideologie e della città, la riduzione dell’architettura ad arte pura, l’eclettismo, la globalizzazione, la dissoluzione della forma urbis. Il progetto subisce una delegittimazione sociale dovuta alla crisi della fiducia nella professione e filosofica, poiché destituito dal suo ruolo di centro di riflessione sulla costruzione. Il contributo si conclude auspicando un riposizionamento della disciplina, un nuovo contratto fra architettura e società.

Architettura: necessaria o illegittima
Il professore Ernesto d’Alfonso affronta il tema della legittimazione dell’architettura, richiamandosi a un contributo del professore Franco Purini pubblicato nel 1997 su Arc n°2. Purini ipotizza la delegittimazione della disciplina in un contesto caratterizzato da fenomeni quali la fine delle ideologie e della città, la riduzione dell’architettura ad arte pura, l’eclettismo, la globalizzazione, la dissoluzione della forma urbis. Il progetto subisce una delegittimazione sociale dovuta alla crisi della fiducia nella professione e filosofica, poiché destituito dal suo ruolo di centro di riflessione sulla costruzione. Il contributo si conclude auspicando un riposizionamento della disciplina, un nuovo contratto fra architettura e società.

Il professore d’Alfonso risponde prendendo le mosse da una considerazione sull’imprescindibilità del dato costruttivo rispetto al pensiero sulla disciplina. In seguito introduce il problema del rapporto fra architettura e città come sistema di relazioni somatiche. Trova quindi la legittimazione dell’architettura nello stabilire tali relazioni somatiche e prossemiche, attraverso “l’atto tetico del
“posizionare” e “fondare” una “fabbrica””.
Infine propone una lettura dell’architettura barocca come espressione delle relazioni prossemiche fra i corpi, “versante somatico della ricerca illuminista”, e un confronto con la ricerca plastica contemporanea della modellazione tridimensionale digitale.

Per leggere il manifesto: Architettura: necessaria o illegittima

In risposta a questi contributi, si richiede ai partecipanti singolarmente o riuniti in gruppi un “manifesto” scritto in forma di enunciati brevi volti a individuare una serie di problematiche fondamentali e chiarire il punto di vista degli autori su di esse. Il “manifesto” dovrà essere accompagnato da uno o più elaborati grafici di invenzione o progettuali, non necessariamente legati ai contenuti del testo.

Tutti i testi (massimo 3000 battute) dovranno essere in formato word.

Le immagini allegate, fino ad un massimo di 10, dovranno essere in formato JPG risoluzione 600  pixel di larghezza e le relative didascalie in formato world.

Per una maggiore diffusione dell’articolo potrà essere inviata anche la versione in inglese del testo e delle didascalie delle immagini.

La Redazione

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Contatti redazione@arcduecitta.it

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