La nuova stagione di Arc si apre ad un più ampio pubblico con cui vuol confrontarsi coi temi della città attuale. Nel breve arco di un decennio, periodo che ci separa dall’ultima uscita di Arc. Abbiamo assistito a nuove trasformazioni dei fatti urbani, ed abbiamo conosciuto nuovi studi sulla città. Nel campo delle scuole d’architettura italiane, dove rimane ancora aperto l’interrogativo sull’eredità dei maestri, si sono delineati ulteriori filoni di ricerca vicini ai temi correnti del sostenibile e dell’ambiente. La Legge urbanistica del 1942, espressione di un dibattito complesso risalente ai precedenti vent’anni, è stata da poco rivista dalle leggi regionali che affrontano il tema del governo del territorio.
In questo quadro articolato ci è sembrato importante ritrovare un luogo dove fosse possibile dare voce a coloro che operando nei diversi campi del progetto architettonico e urbano pensano che sia importante stabilire un confronto sul tema della misura e della scala della città odierna. Lo spazio entro il quale abbiamo declinato il tema è rappresentato dalle quattro sezioni – urban design ‑ architectural and ingeneer design – interior design and visual art – virtual design. L’intreccio degli sguardi, delle forme e delle misure, sarà presentato nelle pagine del forum, un vero e proprio spazio-laboratorio. Dal primo confronto fra i manifesti delle sezioni emergono alcune parole chiave – habitus, landmark, set, ospite ‑ che rimandano ai diversi sguardi sulla città ; ma sopratutto all’idea di una nuova cittadinanza universale a cui l’architettura, alle diverse scale, può offrire i luoghi simbolo di un incontro globale. D’altra parte Lorenzo Degli Esposti guarda alla metropoli come luogo d’incontro tra tutti, presenti ed assenti “nella varia natura di ospite“ e Andrea Vercellotti affronta il tema dell’habitus locale degli interni urbani come espressione e costruzione dell’identità comunitaria. Nella stessa direzione muove la proposta di ricerca di Matteo Fraschini che a partire dalla riflessione sulla costruzione dell’elemento architettonico alla scala urbana – landmark e parco a tema – introduce problematiche legate alla stratificazione del suolo, alla costruzione di set di scene, alla questione del riconoscimento ed al rapporto tra pratica, procedimento artistico e regola. Attorno alla questione del disegno digitale nella progettazione si colloca la sezione virtual design curata da Giuseppe Boi e Roberto Podda. Punta sulle immagini per elaborare nuovi e più precisi contenuti in una continua oscillazione tra componente operativa e componente riflessiva. Le quattro sezioni sollevano dunque interrogativi aperti ai quali è dedicata ArcDueCittà.